"L'oracolo del vicolo"

ostra,poesia contemporanea


Oso
torvo
convogliare lo sguardo oltre la dogana di vetro
controllata dallo snervante moto perpetuo
di un manipolo d'insetti in libera uscita
in questa tiepida nottata di favonio,
fino a perquisire
la mia scarsa porzione di vòlta celeste
e percepire il migrare incontrollato
di uno stormo di passioni.
In assurda sincronia
col cigolìo stracco dei carretti da spazzino
si spengono i lampioni delle mura castellane
e si accende Venere,
che conciliante,
rifulge appisolata sui coppi smerlati,
spioventi al belvedere di ponente.
Fiondo all’astro
repentini
i desideri che si eclissano solo nelle fiabe,
leggo il responso
nella bòccia cristallina delle impressioni:
la prossima notte meglio io rimanga disteso
nel mio letto di cocciùto impaziente
a salmeggiare divine benevolenze.

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