OSTRA LIRICHE: Dileggio d'uno scudiero

Ostra,liriche,Dileggio d'uno scudiero

Al sol apparir del suprem maestro
sbiancosse in vòlto
il ribel Falana da capestro.

Tuonò con voce grave il primo:
"Ordunque si ponga fine alla tenzone
ch'io n'abbia più a veder simil bailamme
e cotal villanzone;
che più non si contenda e nulla si conceda,
si depongan l'armi,
a prostrar in favor di chi tutto cheta".

Tenean i manigoldi per vergogna il capo chino
intenti a udir tremanti
il Venerabile divino
ch'accesa ogni pietate
fece lor giurar divotione
nonchè eterna fidelitate:
"Avendovi a sì servigio eletti
d'or in poi mai più dispiacer s'alletti,
e tu Falana
caporion d'inetti
per prìo di perenne servitute
contrìto genufletti".

Pentossi ancor con l'arme indosso
il goloson ammansìto fece fioretto:
"Giammai incaponir
di codesto insan periglio
e di simil bontade farò consiglio;
oh mio signor bodiese
d'animo e di còr cortese,
in desìo di promessa a voi m'abbandono
vita natural durante farò
di sorbetto dono
e con languor di palato intento
del sol ignudo còno
senza gittar lamento".

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