ostra liriche ed aforismi
Sulla tua stessa nuvola
mentre vanno ad ammassarsi
come elettrizzante sottile presagio
a dar vita ad un temporale d’agosto,
rincorrerle con lo sguardo
accavallato agli sguardi di chi amo
nel soffio in cui vanno a morire
alle soglie di un arcobaleno
..e poi con loro
tingermi di te.
TAG liriche, ostra, poesia contemporanea
ostra liriche ed aforismi
TAG aforismi, liriche, ostra, poesia contemporanea
"Giacigli"
al mulinare della fioccata dicembrina,
corazzare e consacrar posticcio
di suoli ammansìti e belar di greggi;
è un refolo grève il suo sospiro
che dal tàlamo in livrèa d’una reggia
si spande e riaffiora
in una notte estiva
di stelle cadenti troppo spicce
a picco
su strame di stoppia.
ostra liriche ed aforismi
"Vandalismi"
i patimenti d’una femmina gabbata,
con disegual mansuetudine di malie
al càrdine vìvido d’una dama astiosa,
e non t’accorgi
di patteggiar barbarie e brandir di daga
pel saccheggio de’ tuoi sènsi?
ostra liriche ed aforismi
tanto più ti avvicini agli dei"
Johann Wolfgang Göethe
"Natività riflessa"
l'origlio
sformato a ventosa sul tramezzo,
lo schioccar degli sbaciucchi
e poi confuso
il cicaleccio di convenevoli, ciarle ed auspici,
a soverchiare la solennità delle nènie papali,
risate argentine,
ovazioni nei battimani
lo schiaffo brusco del sughero a scalfire il soffitto,
lo scontro stridulo dei calici
a sancìre aria di giubilo.
Sbeffeggio per il villano,
le dìspute bonarie
nelle "smazzate" patriarcali
ed il rimescolìo legnoso a frugar bottoni
dal sacco logoro delle tombolate
Desolate,
nel covo,
le matasse di fumo bigio s'inerpicano disordinate
tracciando il passo
sprecata quella brace
per un asceta,
discepolo squassato di lesa dignità.
Auspicabile battere il tempo sul tempo
e catapultarsi inebetito
fino al giorno consacrato al battesimo
del vostro redentore.
TAG liriche, natività, ostra, poesia contemporanea
"Nell'orto di Giuda"
in sella alla saggìna.
fino alla frontiera,
invalicabile barriera,
Quella mènte vigliacca
TAG liriche, ostra, poesia baldracca
ostra liriche ed aforismi
mi ci vogliono addirittura due righe"
"Tempo al tempo"
assolvi la mia indifferenza
arresta la picchiata sotterranea,
liberami dai ragli da baraccone,
rinvia ogni giudizio
alla siesta insonne della cicala.
Friniranno allora baci in attrìto
ad assalire vèntre di madre e sposa
ed uno,
uno soltanto si districherà sul tuo pube
con gli stessi turbamenti di mille
tenuti tutti insieme
dalle stringhe dei miei desideri.
"Ambarabà" (stralci)
accovacciato sul trespolo dell'allocco,
pilucco radici essiccate di passiflora
e rigùrgito
umori acidi
di mezza vita".
"Uggia marina"
bracco l’evoluzione irregolare
d'uno svolazzo di gabbiano,
ascolto la risacca
che s’infrange con me
sullo scoglio adamantino
dei crucci vespertini.
ostra liriche ed aforismi
è quanto v'è di più prezioso
in noi stessi"
[Andrè Gide (1869-1951) scrittore]
TAG aforismi, liriche, ostra, poesia contemporanea
"Hamlet today"
Dèstati oh principe ritroso
che patendo gusci spiralati,
a passo di lumaca,
flemmatico percorri il dedalo viscido dei crocicchi
sparpagliati nelle congiure della ghirba.
quella filante scìa di bava contagiosa
che ti porti appresso.
TAG liriche, ostra, poesia contemporanea
ostra liriche ed aforismi
in modo che venga poi scoperto"
TAG aforismi, liriche, ostra, poesia contemporanea, scrivere
"Transiti"
l'iter
il sigillo d'ogni accesso;
nel liturgico riposo delle membra,
sfilando sul tronco raschiato da Persefone,
mutano e rigenerano
il regno afflitto dei sènsi;
impartendo le benedizioni di Venere
varcano la vòlta del torso,
s'incuneano,
rianimano,
spàsimano..
e proprio lì si saldano.
“Cenerentola di strada”(Remake buffo)©
un emisfero
della mia zucca sàtura di semi di follìa
ne farò degno cocchio
per condurti al gran ballo
delle principesse facili da cavalcavia.
Indosserò mantello calzamaglia e spada
da nobile rampollo decadùto sulla strada,
ti agghinderò con scarti di reàme
per essere annoverato tra gli avari,
adornerò il tuo capo
con corone di paglia e fieno
soffice giaciglio dei somari.
Danzeremo a ritmo di salsa
nella balera degli strusci,
ti sfiorerò labbra e seno
con un desiderio nuovo
che ancora non conosci.
E quando scoccherà la mezzanotte
ruzzolerai giù per lo steccato
perdendo la scarpina olivastra
di vetro riciclato.
Ti cercherò per rocche e contrade
fino a che non lancerò i miei strali
per aver trovato i tuoi piedini digiùni
di acqua borotalco e sali,
e sulla mia epigrafe scriveranno:
“Sangue blu e argùto dicitore
stramazzato a terra
per asfissìa d’amore”.
TAG autori marche, liriche, ostra, poesia contemporanea, poeti, poetry, soffio
ostra liriche ed aforismi
-Barbaro contemporaneo-
"L'oracolo del vicolo"
Oso
torvo
convogliare lo sguardo oltre la dogana di vetro
controllata dallo snervante moto perpetuo
di un manipolo d'insetti in libera uscita
in questa tiepida nottata di favonio,
fino a perquisire
la mia scarsa porzione di vòlta celeste
e percepire il migrare incontrollato
di uno stormo di passioni.
In assurda sincronia
col cigolìo stracco dei carretti da spazzino
si spengono i lampioni delle mura castellane
e si accende Venere,
che conciliante,
rifulge appisolata sui coppi smerlati,
spioventi al belvedere di ponente.
Fiondo all’astro
repentini
i desideri che si eclissano solo nelle fiabe,
leggo il responso
nella bòccia cristallina delle impressioni:
la prossima notte meglio io rimanga disteso
nel mio letto di cocciùto impaziente
a salmeggiare divine benevolenze.
ostra liriche ed aforismi
della vita degli altri"
TAG aforismi nei soffi, autori marche, liriche, ostra, poetry, soffio
"Tramonti ad oriente"
onde che battono in ritirata
pentìte dell’avidità di trascorse erosioni.
Sole
punto pallido di mezzanotte,
luna
effimera
nella giornata mozzafiato di cronici assenti.
Piana soffocante culla di ferrea volontà,
colle dei compromessi,
montagna che va da Maometto mortificato.
Volo incerto nella veglia di luce
di pipistrello frastornato.
Pargoli che troneggiano su
patrie potestà che esàlano.
Radio che tracciano immagini più nìtide
di schermi appiattiti.
scarabocchia fogli gualcìti
appuntati in grembo
"Fauna da zoo"
l'ordire di lingua ed il fiuto di proboscide,
scaltro
il roteare di coda ed il carezzare d'ala,
conscio
il crivellare d'aculeo e lo scorticare d'artiglio.
contemplare
il cuore folle delle bestie
che non ho mai amato.
ostra liriche ed aforismi
ostra liriche ed aforismi
Primo Levi (Torino, 31 luglio 1919 - 11 aprile 1987) scrittore
"Dissonanza d'arte contemporanea"
rimpingua con supplizi alle tele
il ventre di maiolica del verro
quanto
l’esteta mirabile della parola
flagella con i versi
il maiale smilzo di coccio.
TAG autori marche, liriche, maiolica, ostra, poesia contemporanea, poetry, soffi
"Caccia grossa"
osando scavalcare le tenebre
soccombe ai bagliori dell’aurora
ed il balenìo del nuovo giorno
urta fievole
l’invidia dell’insonne.
Stolto
sbuffando sui rimorsi
il poeta
s’improvvisa pescatore a stràscico di dilemmi
ardimentoso trapassare carta in punta di sfera
fiòcina ostinata
piantata nei lamenti
di balene in agonìa.
ostra liriche ed aforismi
"Privilegio senile"
sigillando le membra
è scoria insigne di senno
che vezzeggiando lo spirito
si corica mite ed indulgente
nella quietezza appagante
sul ciglio
TAG cuore, liriche, ostra, poesia contemporanea, poetry
"Time out"
divarico e frantumo le strozzature
delle mie clessidre segna-tempo,
e tu
stillicidio di sussulti
stemperàti nei grani di sabbia
attratti
nella cadenza della gravità dei miei cedimenti
ti depositi ignàra
e lì
spietata
affoghi i miei ricordi.
"Fiume dei miei avi"
Vecchio fiume dei miei avi
ti pesava già il tempo nella mia infanzia
ma nei miei occhi di fanciullo
ti riflettevi imponente con l’inganno del falso vigore
dopo le turbolenze settembrine di mezza sera.
Vecchio fiume dei miei avi
compare eccelso di giochi
soffocato nella dimora dei ricordi
che riaffiori maliardo nello sguardo veloce
rubato sopra il ponte della gèrla,
ti mancano le mie pietre sudate
ed i sassi gettati ad affogare sul fondo
struggente l’assenza del tranquillo vociare
di chi ti abitava nell’èra di lenzuola rattoppate.
Rasentando la roccaforte del sambùco
profanando il bivacco prediletto del rospo smeraldino
imbocco il tuo sentiero,
avvilente simulacro di linfa,
esausta corte di candore.
Frugo nella sfera delle sensazioni,
la tua sorte è anche la mia,
poche piène
grandi vuoti.
"Mi è melodìa"
Mi è melodia
il sadico defraudare pennuti e fanti
del loro làuto piumaggio
per i miei arnesi da cantore,
piroettare aggraziato
in punta di lapis come frombole di giullare,
compasso sterile
su distese pergamenate.
Elèvo la mia ode
menestrello senza corte
come canto ràuco di gallo
fanfara sfiatata di flicorni
fallàce impettirsi d’inni
ruota floscia di tacchino
sberleffo di pavone.
Fino alla dimora degli angeli
Nato in un campo di grano
ho rubato oro dal sole
dio a me sovrano.
Strapazzato dal libeccio di maggio
ho fatto all’amore
libertino
con le prime api di passaggio.
Intriso di rugiada
ho liberato il mio aroma
fino a profumare
della contadina in calore
la sua chioma.
Pregno di acqua piovana
ho fatto da cuscino
al sedere rugoso della rana.
Come in una serata di gala
ho assistito ammaliato
al concerto strascicato d’una cicala.
Travolto dal calpestìo incerto di un bimbo
ho vissuto annichilito
nella quiete d’un limbo.
Ghigliottinato in un battito di ciglia
ho custodito per decenni
i segreti
nelle memorie di famiglia.
Per non gridare il vostro dolore
è dettàme fecondo
seppellire un fiore;
figlio di serra o nuda terra
non importa,
per esser sempre in cielo
ai cherubini a far da scorta.
"Bagliori di mezzanotte"
come flebile tremolìo iridescente di astri remoti.
notti chiare sotto il tondo pacioso della luna.
Emozioni,
sciame di meteore ad impattare materia grigia.
Il mio empireo,
spazio definito di corpi sospesi che si fissano.
Monocorde l’òrbita
gràvita silente su di voi che mi scrutate
con i fari potenti dell’anima.
"Essenza d'assenza"
m’inebri cuore e sensi
appoggiato al tuo profumo del mattino.
Tra sbuffi di spòre s’adagia candore,
in agonìa di livore sentore d’amore,
trèmulo deflorare
divina insonnia
di queste prime placide ore.
"Sacramentare"
percepirti desideri sfiorando le tue smorfie
accomodando stelle filanti
nel cielo di nessuno.
Fluttuando sublime bramosìa
assaporo fior di burro,
stordendomi
rifluisci nel mio corpo.
E' l’impietosa pignolerìa
d'un gallo tritacarne
un guizzo
che t’evàpora dal sogno.
"Diaspora"
nomade smarrito
a guado
d’un rigagnolo fiacco d’acqua piovana
per lambire sponde d’odio.
Odio
nomade spavaldo
a guado
d’oceani veemènti d’acredine,
randagio alla deriva
per lambire sponde d’altro odio.
"Butterflies"
sopportano soltanto
il tocco impercettibile
di altre ali di farfalle.
Avvoltoio ammaliato
ti scruterò dalla vetta
digiuno di polveri alari,
ingordo in balìa
d’interiora scarne da spolpare.
"Mastro Pinocchio"
occhi di latta accartocciata giocando,
lingua di spugna intrisa nel latte vaccìno,
unghie di intonaco screpolato dal tempo,
naso di briciole pressate
con la crosta ubriaca del pane raffermo,
cuore di piume
Nelle frazioni di vita
scandite dai bagliori intermittenti di lanterne soffocate,
Pinocchio,
generò un burattino.